PayPal e Stripe sono due società leader nel settore dei pagamenti digitali e trasferimento di denaro online.
Nate in periodi diversi e con scopi molto differenti, a partire da Gennaio del 2019 sono entrate definitivamente in competizione sul mercato italiano grazie all’affacciarsi ufficiale di Stripe nel nostro paese.
Ad onor del vero Stripe effettivamente era già liberamente utilizzato dagli imprenditori del web italiano da diversi anni, ma solo a Gennaio è stata effettivamente aperta un’interfaccia completamente tradotta nella nostra lingua ed eletto un Country Manager responsabile specificamente per l’Italia.
Prima di tale data, gli imprenditori che si erano affidati a Stripe avevano dovuto confrontarsi con l’impossibilità di comunicare anche solo con l’assistenza in lingue diverse dall’inglese, con tutta la serie di inconvenienti che ne derivavano.
Probabilmente fra le due società ti suonerà nettamente più familiare PayPal, affermata da quasi il doppio del tempo, ma Stripe è decisa a farsi strada in tutto il mondo, e coi numeri che ha già macinato attualmente è facile ipotizzare che il suo successo non tarderà ad arrivare.
Per capire quali differenze ci siano fra le due società, è importante eseguire un’analisi che prenda in esame non solo confronti fra piani tariffari e regolamenti di base, ma anche la storia che ha portato alla creazione di questi due servizi, per chi sono ideati e i loro scopi.
PayPal nacque nel 1998 come Confinity, una compagnia che si occupava non di pagamenti digitali bensì dello sviluppo di software di sicurezza per apparecchi portatili. Dovrà attendere effettivamente un anno per evolversi come servizio per il trasferimento digitale di denaro.
Nel 2000 Confinity visse una svolta storica nella fusione con X.com, una compagnia di effettivi servizi bancari online fondata dal celebre imprenditore Elon Musk.
Lo sviluppo del progetto passò attraverso differenti conflitti inerenti alle scelte per il suo scopo futuro e relativi cambiamenti ai vertici della società, prima di assumere nel 2001 il nome definitivo di PayPal.
Nel 2002 assunse anche la sua direzione precisa divenendo un servizio pubblico specializzato unicamente nell’ambito dei pagamenti digitali e il trasferimento di denaro su internet: una scelta che forse all’epoca poteva essere azzardata, ma che si è rivelata la scommessa più lungimirante e vincente.
In questo stesso anno la sua enorme diffusione che andava incontro alle esigenze sempre crescenti di snellire e velocizzare in sicurezza i pagamenti generati dal commercio online, portò il colosso della aste online eBay ad acquisire la società.
eBay adottò PayPal come metodo sicuro di pagamento, fino a renderlo per alcuni anni uno dei soli metodi autorizzati e riconosciuti per le transazioni virtuali fra gli utenti del proprio sito, rendendolo di fatto un passaggio obbligato.
PayPal ebbe un enorme successo grazie alla capacità di fare da garante nella sicurezza degli scambi di denaro su internet, consentendo anche di collegare in maniera sicura al proprio account ogni genere di carta di credito autorizzata, evitando dunque il dover fornire direttamente i dati della stessa a siti e venditori di vario genere. Un intermediario in sostanza, che nel 2011 aveva all’attivo più di 250 milioni di conti sparsi in 190 paesi e territori distinti.
Il fruttuoso legame fra queste due società è durato fino al 2015, quando PayPal è stata scorporata e quotata in borsa, ed ha assunto definitivamente il ruolo di leader nel suo campo, adoperata sia dalle imprese di ogni dimensione che da semplici privati.
Stripe è decisamente più giovane, e ancora decisa a non quotarsi in borsa. La start-up venne fondata infatti “solo” nel 2010 dai giovanissimi fratelli John e Patrick Collison.
La società ebbe chiaro fin da subito il suo obiettivo: trattare unicamente il B2B, ossia il modello business to business, rivolgendo i propri servizi esclusivamente alle imprese. In pochi anni e con diversi finanziamenti milionari al seguito, Stripe s’è ritagliata in diverse parti del mondo una fetta importante del mercato nel campo della gestione dei pagamenti digitali per e-commerce e servizi relativi.
Tutto ciò favorendo il più possibile la sicurezza e la facilità nelle operazioni di pagamento, che negli intenti di base della società deve rimanere semplice come la compilazione di un’email.
L’offerta di fondo di Stripe è fare non solo da intermediario fra attività e cliente, ma proprio da mediatore nel passaggio di denaro, con un occhio di riguardo alla gestione degli aspetti legali e i tassi di conversione più ottimali.
Questa cura verso la semplificazione elevata a favore dell’impresa, si ritrova anche nelle numerosissime funzionalità API messe a disposizione degli sviluppatori, ossia chi vuole integrare nei propri siti di e-commerce, relative app e diverse tipologie di portali i numerosi strumenti di pagamento.
Semplicità, flessibilità e un buon livello di sicurezza, hanno consentito a Stripe di entrare in affari con colossi come Twitter, Reddit, Kickstarter, IndieGoGo, Amazon, Google, Microsoft, Facebook, Uber, Spotify, Apple e tanti altri ancora.
A questo punto potrebbe esserti utile un confronto attivo più esplicito fra alcuni dei punti salienti delle due tipologie di servizi.
Ricorda però come unica premessa che la differenza più grande sta nel fatto che PayPal consenta la creazione di conti tanto a privati quanto ad imprese, mentre Stripe solo ed unicamente alle seconde.
– A livello di tariffe, PayPal e Stripe si mantengono su una base identica: 2,9% + 0,30 $ per ogni transazione in entrata. Al di sopra di un fatturato annuo del volume di 1 milione di dollari, o più di 10.000 transazioni annue, Stripe potrebbe offrirti tariffe più agevolate per i pagamenti effettuati con carta di credito.
Sul profilo tariffario, PayPal mantiene una maggiore complessità, con un notevole elenco di tariffe e casistiche, che rendono di fatto Stripe leggermente più conveniente per l’impresa, a meno che questa non riceva esclusivamente microtransazioni.
– Sul piano della sicurezza invece, entrambe non sono esenti da problematiche ovviamente, ma garantiscono un ottimo livello di base di sicurezza informatica, stabilità e di risoluzioni rese necessarie a seguito di tentativi di truffa.
Stripe integra lo strumento Radar, un sistema anti-frode che punta ad analizzare le transazioni truffaldine o incorrette per imparare gradualmente sempre di più a riconoscerle e bloccarle sul nascere. Sostanzialmente un sistema di machine learning, una macchina che impara e affina automaticamente i propri standard di sicurezza, con gli ovvi inconvenienti dei falsi positivi che finiscono per bloccare qualche transazione legittima.
Stripe.js inoltre si cura di evitare la trasmissione diretta dei dati delle carte di credito usate dall’acquirente al server del venditore, indirizzandoli unicamente sul proprio, per gestirli con maggiore sicurezza.
PayPal su questo punto di vista rimane leggermente arretrata, lasciando ancora parte dell’onere della sicurezza agli imprenditori e sviluppatori dei siti, in quanto i dati sensibili delle carte di credito passano ancora dai loro siti prima di raggiungere i server sicuri, con tutti i rischi che questo potrebbe comportare. Tuttavia l’azienda si sta attivando per aggiornarsi e cambiare tale aspetto.
– I servizi come le API, di cui leggevi sopra, ossia gli strumenti integrabili sui propri siti, sono sbarcati fra le mani degli imprenditori proprio grazie a Stripe, che ha dettato veri e propri standard nella semplicità degli stessi e la chiarezza delle relative documentazioni. PayPal è arrivata solo dopo ad offrire tali integrazioni, con REST che consente ad esempio di abilitare la ricezione di pagamenti da telefoni cellulari.
È ancora Stripe però a vincere in merito alle funzionalità, più di cento, messe a disposizione degli sviluppatori.
Anche sul piano della portabilità dei dati Stripe trionfa, consentendo con facilità la possibilità di far migrare in sicurezza tutti i dati dei propri clienti verso altri servizi senza ostacoli di sorta: con PayPal questo non è possibile, in quanto se decidi di non affidarti più ai suoi servizi devi provvedere a richiedere una nuova registrazione dei dati di pagamento ad ogni singolo cliente.
– Da non trascurare poi gli aspetti dell’assistenza tecnica fornita all’imprenditore. PayPal fornisce assistenza tramite email e telefono, ma non sempre risulta facile da contattare e nel primo caso le comunicazioni sono macchinose e durano giorni, con congelamenti a sorpresa dei conti a cui diviene difficile – se non quasi impossibile – opporsi in tempi apprezzabili.
Stripe ha rivoluzionato anche questo aspetto, sebbene i primi anni in Italia fosse decisamente complesso vista l’impossibilità di comunicare in italiano con l’assistenza clienti, oggi però questo problema è destinato a venire superato in breve. L’assistenza di Stripe si snoda su un rapido canale di comunicazione: IRC, con una comoda chat fra utenti e tecnici operatori per un aiuto più specifico. Anche le email non mancano per contattare Stripe, unico tasto dolente invece è l’assenza di un’assistenza telefonica ancora non disponibile per scelta.
Per completezza bisogna comunque tenere conto della differente mole di clienti fra PayPal e Stripe: gestire le problematiche della prima è un lavoro decisamente più complesso e oneroso, e in futuro anche Stripe potrebbe avere qualche difficoltà nella gestione della risoluzione problemi di centinaia di milioni di clienti come PayPal.
– A livello di tempistiche nella ricezione dei pagamenti infine, PayPal sembra riuscire a trionfare, garantendo l’arrivo del denaro solitamente nell’arco delle 24 ore.
Per i privati anche entro molto meno. Stripe invece si mantiene su periodi che vanno dai 2 ai 7 giorni, a seconda del luogo e delle singole situazioni (più rapidi in USA e Australia).
Tirando le somme in sostanza, a parte la differenza fra servizi offerti per pubblici e privati (PayPal) e solo privati (Stripe), ambo le società riescono ad offrire un buon livello di sicurezza, tariffe non troppo divergenti, e buoni strumenti di base per le imprese.
Stripe è forse più indicata per chi desidera integrare le API per funzionalità maggiori, PayPal per chi ha necessità di ricevere denaro più rapidamente e non ha problemi a gestire gli oneri della conformità alla PCI (gli standard di sicurezza da garantire sul proprio sito quando si gestiscono personalmente i pagamenti online).
Entrambe le aziende offrono inoltre un netto impulso costante alla propria evoluzione e miglioramento, con un discreto vantaggio da parte di Stripe, creatura più recente e ancora più agile e leggera sul profilo della gestione della mole di clienti.